Essere o larpare

Tutti larpiamo.
In certe fasi di sviluppo è persino necessario. Come giocare prima di fare sul serio.
Lo studente al primo anno larpa la sua materia, poi generalmente arrivato al quarto anno deride le matricole che larpano e non si accorge di star larpando a sua volta, però adesso in ambito accademico o professionale.
Poi se larpi troppo a lungo, diventi depresso, inefficace, e tanti che sembravano più stupidi e svogliati di te ti superano sfanalando nella corsa verso quello che volevi tu.

Siete depressi? Vi sentite congelati nella vostra vita? Come quei sogni in cui vorresti camminare e in realtà le gambe si muovono lasciandoti fermo, con uno sforzo sovrumano sproporzionato rispetto al risultato?
Probabilmente avete larpato troppo.
Dite di no? Beh, ovvio, da dentro mica si vede. Lo vedreste se poteste uscire un attimo da voi stessi e dal vostro delirio solipsistico. Fra qualche anno, se vi slarperete bene, guardando indietro realizzerete che sí, stavate larpando duro. Una messinscena credibilissima per i passanti e per il vostro io-pulcino, ma totalmente ininfluente sulla realtà.
Quale realtà? Quella che siete mezzeseghe come tutti. Prima ci farete pace, prima vi slarperete.

Slarpamento in breve:
1) Sei una mezza sega. Tutti lo sono. I supereroi sono solo quelli che fingono meglio (o i serial killer sociopatici).
2) Tutti siamo un poco fallati, ma non per questo ci manca qualche pezzo. Sei una mezza sega, ma sei anche integro, unico, e hai senso di esistere così come sei.
2bis) Lo slarpamento riesce meglio se ti converti e ammetti che se Dio ti ha voluto, e ti tiene in vita ogni istante nonostante la tua pochezza, evidentemente la tua esistenza ha un senso di per sé.
3) Riconoscere di avere valore in quanto esistenti e non in quanto facenti, ti dovrebbe già portare sulla china dello slarpamento.
Non si tratta di una realizzazione filosofica e razionale, ma puoi comunque partire da uno sforzo di immaginazione per poi passare a delle ESPERIENZE.
3bis) Solo esperienze diverse ti faranno cambiare. Non i pensieri, non le letture, non le sedute dallo psicocoso coccoloso.
4) Abbassa la cresta – e le aspettative. Pensa ad aiutare gli altri, anche o soprattutto quelli che non sopporti. Applicati alle cose umili, alle basi, senza pensare di dover o poter fare chissà che.
5) Quando qualcuno fa qualcosa che ti irrita, immagina che motivi potrebbe avere, e in cuor tuo auguragli il meglio. (Questo elemento non piacerà ai king chad basatones. Me ne frego).
5 bis) Non sei superiore a nessun altro. Allo stesso tempo, non sei neanche inferiore. Di solito dimentichi la prima parte dell’enunciato.
6) Se esiti a fare qualcosa pensando che non sei in grado e che ti rideranno dietro, falla lo stesso. Nessuno è mai in grado di nulla, all’inizio.
7) Le reazioni degli altri a ciò che fai o dici, non hanno praticamente nulla a che fare con te personalmente. Ognuno reagisce in base alle esperienze che ha, e alle emozioni che gli si agitano dentro in quel momento: cazzo c’entri tu?
8) Le emozioni degli altri non sono una tua responsabilità.
9) Le tue emozioni vanno e vengono, non sei responsabile neanche di questo andirivieni, ma delle reazioni che scegli di avere, sí.
9 bis) Sei in grado di sopportare il disagio, non morirai. D’altronde ora hai anche 40 anni, non 4.
10) Non è necessario reagire sempre a ogni stimolo. Sottraiti al circo di dopamina e adrenalina rappresentato dai media, dai clicks, dal gossip, dalla maldicenza, e dalle vostre seghe mentali. Statti zitto. Rifiuta di partecipare. Rifiuta di dialogare con la vocina interiore che ti sussurra come il mondo ti sottovaluta e quanto meriteresti di più.
(Alla vocina puoi rispondere ad alta voce: Stai zitta. Non adesso. Torna in cucina. E lei nemmeno ti denuncerà).
11) Nella realtà niente è perfetto, solo quello che fa Dio. Tu sei Dio? Ma non credo proprio. China la testa: accontentati di fare un pezzetto invece di tutto, accontentati di poco piuttosto che niente, accontentati di ‘fatto male’ rispetto a ‘non fatto’.

L’orgoglio ti brucia? Lascialo bruciare, anzi dagli direttamente fuoco.

Alza il culo dal divano e vai a fare un piccolissimo piacere a qualcuno. La più piccola cosa senza ritorno che ti viene in mente o che ti viene chiesta.

Una fedele lettrice della posta di Cioè

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